Quest'anno il prestigioso premio norvegese è stato attribuito all'OPAC (Organisation for the prohibition of chemical weapons),
l'organizzazione internazionale con sede a l'Aia che è l'organo
esecutivo della Convenzione sulle armi chimiche (CWC), entrata in vigore
nel 1997.
La scelta è stata motivata per "l'impegno a favore dell'eliminazione delle armi e degli arsenali chimici nei vari scenari di guerra in tutto il mondo". L'OPAC è stata fondata nel 1997 per dare attuazione al Trattato di interdizione all’uso delle armi chimiche firmato nel 1993.
Grazie all'attività dell'organismo sono
state distrutte 57mila tonnellate di armi chimiche, in gran parte
appartenenti a Usa e Russia dai tempi della Guerra fredda. L'OPAC è'
intervenuta in 86 paesi per oltre 5mila ispezioni. Aderiscono all'OPAC
190 Stati, che lavorano insieme per prevenire che le armi chimiche non
siano mai più utilizzate in guerra, rafforzando in tal modo la sicurezza
internazionale. Fino al 30 giugno 2014 l'OPAC è stata incaricata da una
risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu di controllare lo
smantellamento dell’arsenale chimico del regime di Bashar al Assad fino
al 30 giugno 2014.
L’Accademia di Oslo ha riconoscito ad
OPAC il merito di aver reso l’utilizzo delle armi chimiche un tabù ma
il premio vuole essere anche un messaggio ed un invito, ai Paesi che non
hanno ratificato o firmato il Trattato che mette al bando le armi
chimiche, a provvedervi nel più breve tempo possibile.
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